Negli ultimi mesi e con sempre maggior frequenza, attraverso i nostri dispositivi informatici o smartphone, leggiamo articoli, statistiche o tools non ufficiali per i calcoli salariali riferiti al lavoro in Svizzera.
L’inesattezza dei contenuti di questi post richiede una valutazione della situazione nel suo insieme.
Una giornalista del Quotidiano La Provincia di Como ha preso contatto con noi per approfondire l’argomento “lavoro in Svizzera” e per comprendere tout court quanto davvero sia vantaggioso sotto il profilo retributivo il lavoro in Svizzera per un abitante di frontiera.
Il giornale conta circa 150’000 lettori che vivono quindi nella fascia di confine e l’articolo della giornalista Carla Colmegna è stato pubblicato nell’edizione del 2 giugno 2022.
SwiStudium si occupa di ricerca e selezione di personale e tutti i giorni siamo confrontati con quesiti, aspettative e incertezze di Persone che cercano lavoro nel nostro Paese e di Persone che vivono in Svizzera preoccupate per il numero crescente di lavoratori provenienti dall’estero e per la contrazione dei salari.
I motivi principali per cui le Persone cercano lavoro in svizzera sono tre:
L’attrattiva retributiva, il fatto di non trovare lavoro nel proprio paese (per i quali qualsiasi luogo andrebbe bene) e, per una minor quota, Persone alla ricerca di Valori, quali merito e sburocratizzazione (termine strano ma pur presente nel vocabolario) intesa come non-dipendenza da ingessatura dei sistemi sia privati che pubblici.
L’attrattiva retributiva è alimentata da tools presenti on line. Dopo aver inserito un titolo di studio e gli anni di seniority questi sistemi con “rassicurante certezza grafica” esprimono il presunto livello retributivo per la posizione lavorativa ricercata. Sovente questi dati sono fuorvianti poiché sono riferiti alla media nazionale che include i salari ad esempio di Greater Zurich Area, di Lens e di Chiasso.
Test alla mano i salari espressi raddoppiano ed a volte triplicano la situazione reale. Chiaro è che le aspettative diventano altissime generando delusione per chi è alla ricerca di un posto e riceve offerte inaspettatamente contenute e frustrazione per chi lavora e percepisce nella realtà importi minori.
Quando si cerca lavoro in Svizzera occorre valutare che il Paese è composto da 26 Stati federati ovvero 26 Cantoni e legislazioni del lavoro differenti. I livelli retributivi divergono moltissimo da un luogo all’altro. Quindi quando leggiamo nei fantomatici tools che un’impiegata di commercio con 15 anni di esperienza e la conoscenza di una seconda lingua nazionale percepisce (n.d.r. le Persone leggono “deve percepire”) minimo Chf. 6’200 mensili per 13 e ad esempio lavoriamo in Ticino e percepiamo Chf. 4’500 dobbiamo considerare che questa indicazione vale per Zurigo Lens e Chiasso. Dunque queste indicazioni alimentano il mito.
Un caffè a Zurigo risulta essere il più caro del mondo (in media CHF 4,30, dati CafetierSuisse 2021).
Il primo mito da sfatare è quindi quello proveniente da fonti improbabili.
Il primo dicembre 2021 è entrata in vigore in Ticino la Legge sui salari minimi che prevede un adeguamento graduale (sino al 2024) minimo appunto dei salari.
E questa è realtà.
Attualmente il salario minimo mensile obbligatorio è compreso tra i Chf 19.00 ed i Chf 19.50 orari/lordi a dipendenza del settore e al 31 dicembre 2024 sarà compreso tra i Chf 19.75 ed i Chf 20.25 orari/lordi a dipendenza del settore.
Se consideriamo una settimana lavorativa media di 42 ore, quindi, ed un salario minimo di 19.50 orari, il salario mensile è di circa 3’546,00 Chf lordi mensili per 12 mesi.
Da questo importo occorre applicare le deduzioni di Legge, ovvero gli oneri previdenziali, assicurativi e per chi risiede all’estero quelli fiscali.
Ipotizziamo un lavoratore di Como, coniugato, coniuge che non lavora con un figlio.
Retribuzione minima lorda Chf 3’546,00, Retribuzione netta Chf 2’950,00 (circa) ai quali vanno sommati Chf 200,00 di Assegni Familiari
Chiaro è che il mito per alcune posizioni professionali ovvero manodopera, Horeca, e alcune posizioni impiegatizie coincide con un vantaggio reale innegabile.
L’obbligatorietà dei salari minimi ha avuto immediatamente una ripercussione, la contrazione delle retribuzioni per le posizioni operative intermedie. Ovvero le nuove negoziazioni relative a questi ruoli stanno vivendo una contrazione del 15_20%. Rimanendo tuttavia vantaggiose per chi vive all’estero.
Esistono poi i Contratti Collettivi e i Contratti Normali di Lavoro che stabiliscono i differenti livelli retributivi per settore che coincidono con salari più elevati rispetto al salario minimo.
Per i lavoratori provenienti dall’estero a partire dal 1 gennaio 2023 cambierà il regime fiscale di trattenute imposte alla fonte.
Sottolineiamo che la situazione rimarrà immutata per chi già lavora in Svizzera.
Risultano invece meglio pagati i managers che lavorano in Italia con contratti da Dirigente che includono auto di default, coperture sanitarie per la famiglia e ampia paletta di benefits volti a compensare i pesanti oneri italiani sul lavoro. Al netto comunque molti contratti di dirigenza italiani risultano vantaggiosi rispetto al Ticino. Per queste Persone la ricerca di un lavoro in Svizzera coincide con la ricerca di valori differenti primo tra tutti la Swissness.
Prima dell’introduzione della libera circolazione delle persone il rilascio di un permesso di lavoro per personale proveniente dall’estero avveniva sulla base dell’esame del numero di persone inoccupate sul territorio. Inoltre se una Persona veniva assunta come operaia cucitrice quindi nel comparto tessile, per 5 anni non poteva cambiare settore economico e divenire operaia micromeccanica, colf o impiegata. Questo sistema permetteva un parziale sicuro monitoraggio del mercato del lavoro. Che da sempre però gli economisti con riferimento al Ticino hanno definito segmentato (a causa della variabile frontalierato) proprio per la difficoltà di valutazione del concetto di Piena Occupazione nel Cantone.
Ho avuto un professore che ripeteva assiduamente, 30 anni fa che, il nuovo modello economico si sarebbe distinto per “dematerializzazione e interconnessione” e che la velocità sarebbe stata la carta vincente. Questa velocità e la nuova competitività mondiale hanno richiesto modelli lavorativi diversi ed adeguamenti reattivi quasi istintivi da parte del mercato dell’impiego. Con conseguenti differenti per i Datori di Lavoro e per i Lavoratori.
Viviamo ogni giorno l’insicurezza, l’ansia e il disagio che questa situazione oltre alle inesattezze espresse arbitrariamente dal web provocano sulle Persone che incontriamo. E quando parliamo di Persone intendiamo tutte le Persone. Chi in Ticino vive e guarda al domani con grandi punti interrogativi e chi dall’estero cerca una situazione migliorativa per se’ e per il futuro delle proprie famiglie.
Il lavoro incide sulla vita delle Persone, tocca la sfera economica ma anche la salute. Per questo motivo quando si parla di Lavoro ci vuole prima di tutto Rispetto, attenzione ai bisogni e per chi fa il nostro mestiere disponibilità a condurre le persone alla migliore delle realizzazioni personali possibili con reciproco vantaggio di persona e azienda.
Chi vive in Ticino vive la diminuzione dei salari, il proprio potere di acquisto diminuito e non trova risposte.
Occorre confrontarsi con una nuova Realtà.
La rete sociale è solida ed è una Realtà.
La sicurezza percepita divenuta un mito.
Piacerebbe ovviamente avere una bacchetta magica ma purtroppo posso solo esprimere valutazioni basate sulle prospettive che il nostro “Osservatorio Personale” ovvero SwiStudium offre affiancando una mia visione personale.
Quando leggiamo articoli anche su prestigiose riviste che utilizzano tante parole straniere, molte espressioni alla moda, troppi termini sconosciuti e “pieni di vuoto” … scappiamo da questi falsi miti.
Creano immaginari collettivi all’interno dei quali nessuno si sente a proprio agio.
Ho appena appreso l’esistenza di una parola: “ecolalia” ovvero la ripetizione di una parola, in questo caso di una parola di moda tipo empowerment, skillato, resiliente. Anche qui, quando estremizzate, generano miti e ansia.
Leggiamoli, diamogli la giusta tara e integriamoli nel nostro vissuto solo se li riteniamo meritevoli e non una espressione dell’ego di chi scrive.
Sono i primi generatori di ansia e tendono a farci sentire inadeguati.
La scorsa settimana su di un prestigioso quotidiano (va di moda la parola sostenibilità) leggo: la gestione sostenibile dei talenti. Mi occupo di Risorse umane da 30 anni e non ne ho ricavato niente. Di talenti conosco la Parabola del Vangelo ed ogni essere umano con un suo talento.
Conosco imprenditori e HR Manager illuminati che sanno far fiorire il talento per vantaggi condivisi.
Lasciamo i miti e passiamo alla Realtà
Le ricerche principali in questo momento appartengono all’area dell’informatica in tutte le sue declinazioni. Cerchiamo ingegneri meccanici, gestionali e con formazione applicabile al mondo chimico farmaceutico. Ingegneri con una visione di innovazione per la riconversione degli impianti produttivi che devono allinearsi alla green economy. Cerchiamo venditori, quelli veri. Cerchiamo Consulenti assicurativi previdenziali. Cerchiamo persone che parlino bene tedesco. Manutentori elettromeccanici per l’automazione. Amministratori immobiliari. Persone con competenze linguistiche. Customer service. Contabili.
Riceviamo molte candidature legate al mondo della “comunicazione” senz’altro interessanti. Nel mondo va forte la tendenza dello story telling con riferimento alle storie delle aziende come elemento di identificazione e marketing. In Ticino i settori economici legati al mondo bancario esprimono una comunicazione sobria realistica volta a conferire sicurezza, il mondo delle imprese si attiene a modelli garbati e non particolarmente aggressivi moderni ma tradizionali. Detto questo per gli specialisti della comunicazione i percorsi vanno verso il digitale, della pubblicità o delle presentazione di prodotti inseriti in contesti nuovi e differenziati.
Ma soprattutto noi cerchiamo Persone che amino il proprio lavoro che lo svolgano con impegno perché il lavoro è una cosa seria, con passione perché un buon lavoro è un’opera d’arte e con voglia di migliorarsi sempre.
Il passato è mito l’oggi è Realtà. Si parla tanto di soft skills. Quella che ci piace e che purtroppo trovo un po’ carente è “la capacità di sapere procrastinare le gratificazioni”. Ottenere tutto subito è mito. Seminare, fare un gradino alla volta, sapere rialzarsi, raggiungere e non ottenere, e saper attendere un pochino è Realtà. |